Industria, la produzione a +13%, sopra i livelli pre-covid. Spingono export e investimenti

L’industria cresce e va oltre i livelli pre-pandemia. Nel terzo trimestre 2021 la variazione della produzione manifatturiera di Padova e Treviso è del +13% rispetto allo stesso periodo del 2020. È il secondo valore positivo più elevato (dopo quello del trimestre precedente) di tutta la serie storica, pur con eterogeneità settoriale. Rispetto allo stesso periodo del 2019 la variazione è del +10,2%. Un risultato spinto dall’ulteriore risalita della domanda interna (+19,9%) e soprattutto del fatturato estero (+25,9% rispetto al 2020), in particolare extra-UE. L’aumento degli ordini, sia interni che esteri (+37,7%), anticipa che tale contributo dovrebbe continuare anche nel quarto trimestre. Il miglioramento della congiuntura si traduce anche nei dati sull’occupazione, benchè a ritmi più contenuti: fra luglio-settembre si stabilizza il segno positivo (+1,8%, +3,7 nel metalmeccanico), oltre metà delle imprese (il 76,1% oltre 250 addetti, 56,6 nel metalmeccanico) assumerà nei prossimi sei mesi. La fiducia e le attese sui livelli di produzione e ordini restano elevate, ma in leggera attenuazione, robusta la dinamica degli investimenti. Tuttavia, la scarsità di materie prime e componenti, l’aumento dei costi, energia compresa (per il 95,5%), la carenza di profili sono venti contrari alla ripresa. La curva dei contagi genera incertezza.
Sono i principali risultati dell’indagine La Congiuntura dell’Industria di Padova-Treviso (consuntivo terzo trimestre 2021 - previsioni prossimi sei mesi) condotta da Assindustria Venetocentro, in collaborazione con Fondazione Nord Est, su un campione di 557 aziende manifatturiere e dei servizi delle due province. “Il sistema manifatturiero di Padova e Treviso ha ripreso a crescere a ritmi sostenuti - dichiara Leopoldo Destro, Presidente di Assindustria Venetocentro - sia pure più contenuti nel terzo trimestre, ed è tornato prima delle attese sopra i livelli pre-pandemia, anche nei mercati esteri (+3,5% rispetto ai primi sei mesi del 2019, 418 milioni in più), grazie alla reattività, capacità di adattamento, riorganizzazione e investimenti degli imprenditori, ma non dobbiamo abbassare la guardia. L’indagine conferma infatti che la ripresa è minacciata da rischi che potrebbero seriamente comprometterla, come i rincari smisurati di materie prime ed energia, le strozzature dell’offerta, ma anche la scarsità di capitale umano (60% dei profili a elevata specializzazione di difficile reperimento a novembre) e ora l’aumento dei contagi che è un fattore di incertezza. È essenziale agire in fretta per contrastare tutti questi fronti e mettere in campo ogni possibile iniziativa per consolidare la ripresa. Concentrare sul taglio del cuneo fiscale e contributivo tutti gli 8 miliardi destinati nella legge di bilancio alla riduzione delle tasse, per mettere più reddito in tasca ai lavoratori e difendere la competitività delle aziende. Ripristinare ma anche potenziare uno strumento di politica industriale come il patent box, che si è dimostrato efficace per promuovere ricerca, innovazione e brevetti delle imprese. E poi sfruttare appieno le potenzialità del PNRR per vincere le sfide legate alla fase di straordinaria trasformazione dell’economia che stiamo vivendo. Ma la pre-condizione affinchè il rimbalzo in atto diventi una ripresa solida e duratura, è accelerare l’ultimo miglio della campagna vaccinale, per mettere tutti in sicurezza e scongiurare nuove restrizioni”.
Performance migliori per il metalmeccanico (+18,4%) e le imprese oltre 250 addetti (+16,5). Prosegue il recupero della domanda interna, sostenuta da consumi e investimenti, con un aumento tendenziale del +19,9% (+47,4 nel trimestre precedente). La spinta viene soprattutto dagli scambi con l’estero, che aumentano del +25,9% rispetto a un anno prima (+31,2% nei primi nove mesi), sopra i livelli pre-Covid, nonostante un contesto internazionale complesso, grazie al contributo delle vendite extra-UE (+38,4%). L’aumento degli ordini (+37,7%), più marcato nel metalmeccanico (+59,6), anticipa che tale tendenza dovrebbe continuare anche nel quarto trimestre. Stabile l’orizzonte di lavoro assicurato (oltre 3 mesi per il 36,8%).
L’indice dell’occupazione aumenta fra luglio-settembre a un ritmo più contenuto pari al +1,8% su base annua, il doppio nel metalmeccanico (+3,7), grazie alla dinamica espansiva dell’attività e al maggior ricorso alle scorte di magazzino. Il rialzo della domanda infiamma i prezzi di materie prime e commodities energetiche: si impenna al 95,5% (dal 91,3%, 17,1 nel terzo trimestre 2020) la quota di imprese che riscontra pesanti rincari, scarsità e strozzature dell’offerta. Aumentano costi di trasporto e tempi di consegna. Spread e tassi ai minimi mantengono distese le condizioni di accesso al credito (per l’89,7% delle imprese). Liquidità aziendale tesa per l’8,3%, pagamenti in ritardo per il 14,2%.