Cronaca di Redazione , 17/11/2021 7:38

Don Remigio Brusadin raggirato e derubato di 480 mila euro: tre persone rinviate a giudizio

Tribunale
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Lo hanno raggirato e derubato facendosi consegnare in 5 anni 480.000 euro. 
E' quanto successo a don don Remigio Brusadin, 75 anni, parroco di Cittadella fino al 2017 e poi rettore della Chiesa del Carmine della città murata. Le indagini hanno mostrato come tre soggetti, due donne e un uomo, hanno fatto leva sulla sua bontà impietosendolo attraverso racconti drammatici. La Procura di Padova ha chiesto il rinvio a giudizio per i tre soggetti: una donna romena di 40 anni residente a Valbrenta, della connazionale di 34 anni di Piovene Rocchette e di un 31enne residente sempre a Valbrenta.

I FATTI
La 40enne si era presentata alla porta di don Remigio spiegando di essere una semplice badante con un figlio malato di tumore. Come riportato dal ‘mattino di Padova’ ha raccontato di essere stata vittima di uno stupro in Romania e che aveva usato i soldi del risarcimento per acquistare un albergo, poi danneggiato da un incendio provocato da un fulmine. Come se non bastasse, nell'hotel durante una festa una persona era morta e quindi era scattata la chiusura. Così aveva chiesto aiuto, soldi per poter vivere spiegando come sarebbe riuscita a restituirli: ha raccontato la storia di una villa ricevuta in eredità, data in garanzia ad una Banca per avere un prestito di 500 mila euro, soldi che aveva prelevato in contanti, salvo subire subito una rapina. Poco tempo dopo nel raggiro è arrivata anche la complice di 34 anni che ha spiegato che servivano soldi per restaurare la fantomatica villa altrimenti non sarebbero arrivati i soldi da restituirgli. 
Le bugie e le invenzioni in merito a disgrazie sono continuate: la complice ha iniziato a spiegare che aveva perso il posto di lavoro alle Poste rumene, poi si era ammalata di diabete, quindi era stata arrestata. Il prete ha consegnato alle due 30mila euro in contanti e attraverso carte Postepay il resto dei soldi (due transazioni da 311 mila e 56 mila euro). Alla 34enne invece aveva ‘bonificato’ in tre transazioni 78mila euro. Una transazione è stata fatta in favore anche del 31enne di 1500 euro. Anche quest'ultimo, complice delle due donne, aveva promesso di restituire i soldi, ma così non è stato.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Cittadella, hanno portato alla luce non solo i documenti bancari e di Poste Italiane, ma anche le intercettazioni telefoniche e messaggi WhatsApp intercorsi tra la vittima e i truffatori.