Cronaca di Redazione , 26/10/2021 9:56

Parla Sara, moglie Onichini: Ha chiesto l'isolamento per le minacce ricevute e i miei figli...

Walter Onichini
Walter Onichini

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Walter Onichini, il macellaio di Legnaro, che nel luglio del 2013 sparò ad un ladro che di notte in cortile gli stava rubando la macchina. Dopo averlo caricato in auto, l’aveva lasciato in un campo a pochi chilometri dall’abitazione.

Ieri, lunedì 13 settembre, il macellaio, residente nel Veneziano, è stato portato in carcere. L’accusa è tentato omicidio, la pena di 4 anni e 11 mesi, così come avevano stabilito i giudici in primo e in secondo grado. Il ladro ferito dal macellaio è un albanese di 30 anni: era stato espulso prima dei fatti e si trovava in Italia illegalmente. Successivamente era venuto a testimoniare in aula, ma poi era uscito subito dal territorio nazionale perché nei suoi confronti non c’era un ordine di arresto. A lui, condannato per quel furto a tre anni e 8 mesi, Onichini deve dare 24mila euro di risarcimento

Serenella Bettin, giornalista di Libero quotidiano, ha intervistato la moglie, Sara Scolaro: "In 8 anni non c'è mai stato niente di positivo in questa vicenda - ha raccontato -. Già dalle prime testimonianze davano più credito al ladro che a quello che diceva Walter".
Sara ha accolto la giornalista in casa sua. Era in casa con i figli di 10 e 7 anni che si chiedono perchè il papà è in carcere se ha sparato ad un cattivo. I carabinieri sono andati a prenderlo la mattina del primo giorno di scuola dei figli. “Ho sempre raccontato loro la verità. Quando li ho portati davanti al carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia mi hanno ringraziato. Per loro è tutto bianco o nero e non capiscono. Ho fatto capire loro che i giudici vorrebbero che non si usassero le armi”.

Walter è stato minacciato dai detenuti e ha chiesto l'isolamento: “Lì dentro scattano invidie - racconta ancora la moglie -, gelosie. Per le visite dei politici pensano sia un privilegiato. Gli urlano che comandano loro e che da lì non ne esce. Walter non è come loro. Le condizioni carcerarie non sono per persone per bene. Il carcere deve essere una forma di reinserimento nella società, può funzionare per un delinquente, ma il carcere per una persona che ha un lavoro, una famiglia, non può avere un effetto benefico. Prima di condannare qualcuno lo devi valutare, altrimenti crei una persona peggiore. Come fa una persona a stare in una cella, tre metri per tre, 24 ore su 24, con una televisione di tre canali?”.

Sara Scolaro ha visto il marito fino ad ora quattro volte e i figli lo vedranno oggi per la prima volta dopo oltre un mese. “Lo sento tre volte alla settimana in videochiamata. Saluta i bambini, parliamo delle cose da fare a casa. Cerca di non farmi preoccupare, ma io lo sento dalla voce” spiega ancora.

Sara spiega che il marito è diventato un simbolo, un capro espiatorio. Ora ha scritto al garante dei diritti della persona del Veneto per denunciare la situazione carceraria del marito. Una lunga lettera a mezzo Pec del 14 ottobre. Walter mangia poco e male. Le ore d'aria sono risicate e a volte saltano.