Cronaca di Redazione , 17/09/2021 6:42

Parla un amico di Marco Turrin: Con la pistola si sentiva stimato e sicuro di sé

Marco Turrin
Marco Turrin

Un amico di Marco Turrin, il killer di Alessandra Zorzin di Montecchio Maggiore che poi si è tolto la vita, lo ricorda con sconforto e dispiacere per quanto successo. “Siamo stati amici inseparabili per 23 anni, poi le nostre strade si sono divise. Non mi sono spiegare cosa gli sia accaduto e cosa l’abbia portato a fare quel che ha fatto. Certo è che oggi è una giornata molto triste per me” racconta al ‘Gazzettino’. “Ne abbiamo passate tante: i giri per il paese in bicicletta e poi con il motorini, le prime uscite in discoteca, i primi amori, le uscite allo stadio a tifare per il Padova. Stavo lavorando quando ho saputo cos’era accaduto e mi sono sentito crollare tutto”. L’amico d’infanzia parla di un ragazzo gentile, a modo, sempre disponibile con gli amici anche se un po’ introverso.

All’amico il 38enne aveva sempre raccontato di voler fare la guardia giurata: “Mi diceva che era il lavoro della sua vita, che adorava farlo: forse tenere con sé la pistola gli dava quella sicurezza in più di cui aveva bisogno. Marco non aveva una personalità forte e il fatto di essere guardia giurata lo faceva sentire importante, stimato”. Ora non sa darsi pace per quanto successo.

Negli ultimi anni Turrin aveva preso servizio alla Civis. A 23 anni, nel 2005, lavorava per Padova Controlli quando aveva già usato la pistola al di fuori dell’ambito lavorativo. In quel frangente si era sfiorata la tragedia: aveva fatto maneggiare l’arma carica e non assicurata alla fidanzatina minorenne. Era partito un colpo che l’aveva colpito alla gamba ferendolo e facendolo finire in ospedale: se l’era cavata con una prognosi di dieci giorni e una denuncia per omessa custodia di arma da fuoco. Il fatto si verificò in una tarda serata di novembre ad Albignasego. Dopo l’episodio venne licenziato.

Con la Civis lavorava non solo in città, ma prestava servizio anche nel vicentino dove probabilmente ha conosciuto la 21enne che ha ucciso con un colpo di pistola in faccia. 
Con il papà e la sorella viveva in un appartamento a Vigodarzere, tutta la famiglia è molto riservata. La mamma aveva lasciato la famiglia nel 2003 per trasferirsi a Belluno.

IL CONCORSO PER ENTRARE NELLA POLIZIA LOCALE
Anche Maurizio Saia, ex assessore alla sicurezza del Comune di Padova, ricorda il 38enne Marco Turrin: “L’ho conosciuto quando ero assessore durante la giunta Bitonci, era in servizio all’Università. Con un collega venne a chiedermi quando quando c’era il concorso per entrare nella Polizia Locale” ha detto al ‘mattino di Padova’. 
Successivamente ha provato il concorso per far parte del corpo della Polizia Locale di Padova ma non è passato. “Me li ricordo molto bene – racconta ancora Saia – perché mi ha sempre dato l’impressione di essere un ragazzo educato, gentile. È davvero incredibile se penso oggi a quello che è successo”.

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