Attualità di Redazione , 22/08/2025 12:35

Compie cent’anni la padovana Fiamma Trinchieri, maestra in pensione amata dai suoi studenti

Fiamma Trinchieri – centenaria
Fiamma Trinchieri - centenaria

Compie oggi 100 anni, portati in modo splendido, la signora Fiamma Trinchieri; nel pomeriggio di giovedì 21 l’assessore ai servizi demografici ha voluto farle di persona gli auguri a nome anche di tutta l’ Amministrazione, donandole un bouquet floreale.

Fiamma Trinchieri è nata a Padova il 22 agosto del 1925.  Diplomata alle magistrali prima di iniziare la carriera di insegnante elementare, nel 1946  per un anno e mezzo ha lavorato anche come impiegata al settore ragioneria del Comune di Padova. Poi l’impegno appassionato come maestra elementare, prima a Brugine in seguitio a Padova, fino alla pensione.  Si commuove quando racconta che fino a qualche anno fa le capitava di incontrare persone che la fermavano per salutarla, ex alunni che la ricordavano con affetto e la volevano ancora ringraziare ed abbracciare.  Sposata con Giuseppe Sabia  ha avuto quattro figli ed è rimasta vedova nel 1967.

Fino allo scorso anno, ha testardamente voluto vivere da sola.  Una brutta caduta mentre preparava in brodo in cucina, la ha  convinta a trasferirsi dalla figlia Elisabetta.  Il suo rammarico è doversi muovere adesso con il deambulatore, che in qualche modo limita e rallenta e suoi movimenti.  A chi le chiede quale è il segreto di una terza età così speciale, sorridendo spiega che tutto sta nella testa, nella voglia di essere autonomi, curiosi e  appassionati della vita. Lucidissima nei suoi racconti, passa le giornate tra la lettura dei giornali e dei libri e allena la mente con le parole crociate e l’enigmistica.  Una vita la sua , fin da giovane piena di passioni e impegno: negli ultimi anni della guerra ha collaborato con la resistenza  a Padova, portando di nascosto le medicine che l’allora parroco  della Chiesa di San Nicolò  si procurava, ai medici che curavano clandestinamente  i partigiani, incontrando i suoi contatti alla facoltà di Magistero dell’Università allora un centro molto importante della resistenza clandestina al  nazifascismo.  Racconta che dopo la fine della guerra, non chiese neppure il certificato di partecipazione alla Resistenza, che le sembrava superfluo, perché lei aveva fatto solo quello che la sua coscienza le diceva fosse giusto, anche se pensandoci dopo  aveva rischiato la vita.

Oggi festeggerà con tutta la famiglia, i figli, i sette nipoti e i tre pronipoti.  “Non avrei mai pensato di arrivare a cent’anni", dice sorridento, "ma adesso è bello, è sono felice di passare questo giorno con tutti i miei cari”.