Agricoltura padovana in ginocchio a causa dei nubifragi, la CIA: "servono interventi immediati"
Le bombe d’acqua che si sono abbattute sulla provincia di Padova hanno provocato una situazione drammatica per l’agricoltura: terreni allagati, raccolti distrutti e vendemmia sospesa. In alcune zone, come Padova e la sua cintura, sono caduti fino a 120 millimetri di pioggia in tre ore, causando esondazioni e danni estesi.
A rischio migliaia di ettari coltivati, in particolare nei Comuni di Albignasego, Maserà e Due Carrare, con 4.000 ettari di SAU (Superficie Agricola Utilizzata), di cui 190 ettari a colture orticole specializzate. I tecnici di CIA Padova sono al lavoro per quantificare le perdite e supportare le aziende colpite.
“La violenza di questo nubifragio, con precipitazioni record fino a 120 millimetri, ha colpito in modo devastante le nostre campagne" dichiara il Direttore di CIA Padova, Maurizio Antonini. "Dopo mesi di siccità, ci troviamo di fronte a eventi estremi sempre più frequenti che mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole. Chiediamo alle istituzioni misure straordinarie: riconoscimento dello stato di calamità naturale, indennizzi rapidi e fondi per interventi strutturali di prevenzione”.
La CIA di Padova chiede che la Regione e il Governo attivino interventi urgenti per indennizzare le perdite e finanziare opere di sicurezza idraulica, come le vasche di contenimento già progettate dal Consorzio di bonifica Bacchiglione, fondamentali per contenere le acque in caso di eventi estremi. Il cambiamento climatico sta trasformando questi episodi da eccezionali a ordinari, e senza infrastrutture adeguate il rischio idrogeologico aumenterà in modo esponenziale.
“Un’altra criticità è rappresentata dalla corsa alla cementificazione” aggiunge la CIA di Padova, “che sta compromettendo il naturale equilibrio del territorio: l’impermeabilizzazione del suolo riduce la capacità di drenaggio delle acque meteoriche, aggravando allagamenti e danni sia alle coltivazioni sia agli insediamenti urbani. È indispensabile un cambio di rotta, con politiche che limitino il consumo di suolo e favoriscano pratiche di gestione sostenibile.”