Attualità di Redazione , 30/07/2025 13:46

TURISMO | Class action contro Booking, Ascom: Basta pratiche abusive

Ghezzi, Federalberghi
Ghezzi, Federalberghi

La risposta del settore alberghiero europeo alle pratiche anticoncorrenziali di Booking.com è netta e decisa. Sono già oltre 10.000 gli hotel europei, tra cui molte strutture italiane, ad aver aderito alla class action collettiva contro il colosso delle prenotazioni online, iscrivendosi tramite la piattaforma www.mybookingclaim.com. Un’azione legale che punta a ottenere un risarcimento per i danni economici causati da anni di clausole di parità tariffaria imposte agli albergatori.“È un segnale forte – commenta Matilde Ghezzi, segretaria di Padova Hotels Federalberghi Ascom Confcommercio –: finalmente si dice basta alle pratiche che hanno impedito agli hotel di fare concorrenza sui prezzi e di offrire condizioni migliori sui propri canali diretti, penalizzando l’intero comparto”.

La causa collettiva è promossa da HOTREC (la confederazione europea di hotel, ristoranti e caffè), Federalberghi e oltre 30 associazioni alberghiere nazionali. Il punto di svolta è arrivato con la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 19 settembre 2024, che ha dichiarato illegittime le clausole di parità tariffaria, ribadendo il diritto degli albergatori a vendere le proprie camere alle condizioni che ritengono più opportune, senza vincoli imposti dalle piattaforme. “Quelle clausole – spiega Ghezzi – hanno distorto il mercato per vent’anni: prezzi bloccati, commissioni gonfiate, perdita di autonomia e prenotazioni dirette. In pratica, Booking ha guadagnato di più, mentre gli hotel hanno perso milioni”.

Ora, grazie all’azione collettiva sostenuta da un pool di giuristi ed economisti esperti, gli albergatori hanno la possibilità di chiedere un risarcimento concreto e senza costi, grazie al finanziamento di fondi specializzati che garantiscono partecipazione gratuita e anonimato.

La class action è aperta a tutte le strutture alberghiere italiane che abbiano subito danni economici. C’è tempo fino al 29 agosto 2025 per aderire. “È una grande opportunità – conclude Ghezzi – per tutelare i diritti delle imprese, recuperare quanto perso e sostenere finalmente un mercato online più libero, equo e trasparente”.

L’elenco delle associazioni nazionali che partecipano alla causa comprende, tra gli altri, gli albergatori di Austria, Germania, Spagna, Portogallo, Francia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e ovviamente l’Italia.