"Women power", tante le imprenditrici al convegno terziario donna Confcommercio di Abano

Centrato! Se l'obiettivo (uno degli obiettivi) dell'iniziativa di Terziario Donna Confcommercio Ascom Padova "Women Power, la voce oltre gli stereotipi d'impresa", andato in scena venerdì sera a Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme, era quello di "lanciare" il marchio "Quarzo Rosa", ovvero il segno che contraddistinguerà, d’ora in avanti, le azioni, i progetti e le campagne informative che la Camera di Commercio promuoverà, di concerto con le associazioni di categoria, nelle azioni contro le discriminazioni, la violenza e per l'affermazione della cultura della parità di genere, sicuramente quell'obiettivo è stato ampiamente raggiunto.
Ma l'iniziativa di Terziario Donna può appuntarsi altre medaglie. Innanzitutto quella dell'ottima presenza. In tante, imprenditrici e professioniste, dopo aver visitato nei locali del Museo aponense la mostra fotografica Women Power che esplora, attraverso immagini iconiche dell’Agenzia Magnum Photos, il ruolo della donna dal secondo dopoguerra a oggi, hanno colto la palla al balzo per analizzare le mille sfaccettature del linguaggio verbale e paraverbale, con l'obiettivo di individuare un modo di veicolare la propria professionalità, il proprio profilo aziendale e la propria leadership. In uno spazio temporale di poco più di un'ora (a conferma che le donne d'impresa sanno ottimizzare i tempi), la presidente di Terziario Donna Confcommercio Ascom Padova, Elena Morello, ha brillantemente introdotto le relatrici (e un relatore) che tra neuroscienza, proprietà di linguaggio, comunicazione olfattiva e a colori e testimonianze personali in azienda, hanno offerto un quadro complesso ma stimolante volto a sostenere professionalità, leadership ed empowerment femminile.
Ha cominciato Andrea Bordin, master trainer e studioso di psicobiologia della voce che, specializzato in gestione del conflitto relazionale, ha messo in guardia sul fatto che molte difficoltà professionali e personali derivino da carenze comunicative che, alla fine, sono una pesante zavorra per il proprio benessere. "Questora, ministra, assessora, magistrata, avvocata, medica - ha detto la giornalista del Corriere della Sera, Francesca Visentin - sono termini che ancora faticano ad entrare nell'uso comune perchè una "cultura patriarcale" vuole mantenere quei termini al maschile come quando quelle professioni erano precluse alle donne". Per fortuna oggi non è più così, o almeno non lo è più per alcune professioni o incarichi (sindaca è ormai un termine assodato e accettato), "però - ha proseguito Visentin - si continua a dire che suona male "architetta" e comunque una riflessione va fatta anche sul maschile sovraesteso: usarlo significa essere complici di un pensiero patriarcale in cui le donne vengono subordinate agli uomini".
Patrizia Lazzaretto, titolare di Concept Store 10100, ha sottolineato come un profumo sia in grado di far memorizzare un momento della propria esistenza, mentre Annamaria Panero, armocromista e consulente di stile e immagine ha evidenziato come indossare colori sbagliati possa penalizzare la persona ben al di là di quanto si potrebbe credere. Giulia Bedin dell’omonima azienda di marmi, ha infine portato la propria esperienza di giovane impegnata a proseguire l'attività dell'azienda di famiglia in un mondo molto maschile anche se, proprio la sua azienda, fondata 70 anni fa dal nonno, scomparso prematuramente, ha sperimentato la capacità e l'incrollabile fede nel futuro, della nonna, vera artefice dello sviluppo dell'azienda. A concludere la serata, un brindisi col Godì, l’aperitivo dei Colli Euganei, promosso dall’Ascom Confcommercio.