Attualità di Redazione , 24/07/2025 11:30

Pubblici esercizi a Padova: crescono i posti di lavoro, ma calano le imprese. L’allarme di Appe

Federica Luni di Appe
Federica Luni di Appe

PADOVA – Il primo semestre 2025 si chiude con luci e ombre per bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, gelaterie e locali serali della provincia di Padova. Secondo un’analisi di APPE – Associazione Provinciale Pubblici Esercizi, su dati INPS e Infocamere, a fronte di una crescita dell’occupazione, si registra una progressiva erosione del tessuto imprenditoriale.

Meno imprese, frenano le nuove aperture

Al 30 giugno 2025, le imprese attive nel settore sono 4.083, 33 in meno rispetto a dicembre 2024. Il confronto su base annua è ancora più netto: 59 imprese in meno rispetto al primo semestre 2024. A pesare sono l’incertezza economica, l’aumento dei costi e le difficoltà nel reperire personale.

Calano soprattutto le ditte individuali e le società di persone (–73 rispetto al 2024), mentre crescono le società di capitali (+14), segno di una trasformazione strutturale del settore. Oggi, quasi un locale su cinque è gestito da una Srl, Srls o Spa, anche per effetto dell’ingresso di franchising e catene, specie nei centri urbani.

Occupazione in crescita, aumenta il lavoro stabile

In controtendenza rispetto al calo delle imprese, il numero degli occupati è in aumento: +1.043 posti di lavoro nel 2024, per un totale medio di 14.599 addetti.

Significativi anche i dati qualitativi:

62% dei contratti è a tempo indeterminato

51% part-time, 49% full-time

«Non solo cresce l’occupazione – spiega Federica Luni, presidente di APPE – ma migliorano anche le condizioni lavorative. Dobbiamo continuare a contrastare il dumping contrattuale e sostenere questo trend positivo».

Giovani, donne e multiculturalità: l’identikit del settore

Il comparto si conferma inclusivo e dinamico:

53% dei dipendenti è donna

30% è straniero

56% ha tra i 20 e i 40 anni

«Un settore che dà lavoro ai giovani e offre vere opportunità di crescita – osserva Luni – ma che ha bisogno di strumenti di formazione e politiche attive per superare la crisi di manodopera».

La richiesta: semplificare e sostenere chi resiste

Oltre 4.000 pubblici esercizi rappresentano un presidio di socialità e servizi in città e in provincia, anche nei giorni festivi e in fascia serale. Ma la loro sopravvivenza nel tempo è sempre più a rischio: solo il 46% delle imprese nate nel 2017 è ancora attivo nel 2024. La percentuale migliora per le società di capitali, a conferma che struttura e solidità sono ormai essenziali per restare sul mercato.

«Servono regole più semplici per assumere, per gestire i plateatici, per organizzare eventi, per accedere ai finanziamenti – conclude Luni –. Altrimenti, anche le imprese più strutturate rischiano di non farcela. Serve un cambio di passo nelle politiche locali e regionali».