Attualità di Redazione , 03/07/2025 12:57

VIDEO | 3 anni fa la tragedia della Marmolada, 8 vittime venete. Gli scienziati spiegano perchè

"Sono passati 3 anni da quella domenica 3 luglio 2022 che ha lasciato una cicatrice indimenticabile nelle Dolomiti e nelle nostre comunità, che ancora oggi piangono la scomparsa degli 11 scalatori coinvolti nella valanga, -  ricorda il governatore Luca Zaia. - Attorno alle 13,45 il distacco di oltre 70 mila metri cubi di ghiaccio a 3200 metri, massa impressionante e implacabile che ha travolto a 100 km all’ora diverse cordate di alpinisti.

Il Veneto è la regione che ha pagato il più alto numero di vite: 8 vittime, 6 vicentine e Davide Miotti, guida alpina 51enne, ed Erica Campagnaro, 44 anni. Marito e moglie di Cittadella che hanno lasciato due figli. Con loro un donna di Levico due turisti cechi. 

Quello di oggi è un momento di memoria e di solidarietà verso le vittime della tragedia della Marmolada e le loro famiglie, ma anche un invito a rileggere il nostro rapporto con la natura di fronte a un accadimento imprevedibile equivalente al cedimento di un enorme grattacielo di ghiaccio. 

Il pensiero anche ai soccorritori e gli delle Forze armate e di Polizia e della Protezione civile che in quei giorni lavorarono senza sosta. Gli angeli degli escursionisti". 

 A tre anni dalla tragedia un nuovo studio scientifico internazionale ricostruisce i meccanismi che portarono al collasso di una porzione del ghiacciaio della Marmolada Un team multidisciplinare internazionale composto da glaciologi, geologi, ingegneri e geofisici delle Università di Parma, Padova, Trieste, Stellenbosch e Zurigo, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e Arpav ha dimostrato che la Marmolada non è crollata per un singolo fattore scatenante, ma per una combinazione di condizioni critiche che si sono sommate.

I ricercatori hanno stimato che la massa collassata si sia staccata percorrendo oltre 2,3 km a una velocità stimata tra gli 80 e i 90 km/h. Il collasso è stato provocato da·un'accelerata fusione nivale e glaciale, dovuta a temperature record registrate nella primavera e nell'estate del 2022;·una massiccia presenza di acqua di fusione intrappolata in profondi, crepacci ostruiti, che ha generato pressioni idrauliche elevate.«Il ghiacciaio si è trovato improvvisamente in una condizione di equilibrio precario: la temperatura interna elevata, la base instabile e l'acqua in pressione, nei crepacci e alla base, ha esercitato una spinta» condizioni che per i ricercatori stanno aumentando nelle regioni alpine e andine, con la rapida ritirata dei ghiacciai.