Attualità di Redazione , 03/07/2025 9:24

Cibo a scuola, è allarme da Coldiretti: 4 alunni su 10 fanno merenda ai distributori automatici

Alimentazione a scuola
Alimentazione a scuola

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, resa nota alla fine dell’anno scolastico, il 40% degli alunni e degli studenti italiani acquista abitualmente prodotti come snack dolci e salati e bevande energetiche per fare merenda a scuola, con un impatto potenzialmente devastante sulla crescita e sulla salute, come evidenziato ormai da sempre più numerosi studi scientifici. Inoltre dall’analisi della Fondazione Aletheia sul rapporto cibo e bambini emerge che in Veneto il 23% degli alunni è sovrappeso: un dato al di sotto della media nazionale del 27% ma il più alto a Nordest e in buona parte dell’Italia settentrionale.

“E’ in gioco la salute delle giovani generazioni e occorre intervenire subito", afferma Valentina Galesso, presidente delle Donne di Coldiretti Padova e Veneto", per questo mentre i ragazzi si godono le meritate vacanze stiamo mettendo a punto il nuovo progetto di educazione alimentare che punta proprio sulla corretta alimentazione nella quotidianità, a partire dalle scuole. In questo anno scolastico appena concluso abbiamo avuto la possibilità di incontrare, grazie alla preziosa collaborazione con le scuole, oltre 4.000 alunni dall’infanzia alle superiori e di coinvolgerli in laboratori, lezioni pratiche e altre occasioni per approfondire cosa si intende con cibo sano e dieta mediterranea, quali prodotti scegliere per la merenda e per i pasti della giornata, conoscere la stagionalità e l’origine degli alimenti. Di fronte alla situazione che stiamo sperimentando serve un uovo patto affinché le scuole, come le famiglie, diventino luoghi di sana alimentazione. C’è molto da fare anche sulle mense scolastiche, frequentate da circa la metà dei nostri alunni”.

Il rapporto della Fondazione Aletheia sulla base di un’indagine del sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità evidenzia come in molte mense, soprattutto quelle gestite da grandi appalti industriali, possono essere serviti cibi ultra-formulati, spesso per ragioni di costo, conservazione e praticità. Questi alimenti subiscono numerosi processi industriali e contengono additivi, conservanti, coloranti, emulsionanti e ingredienti artificiali che li rendono poco salutari, soprattutto per i bambini. Si va dai bastoncini di pesce industriali, che spesso contengono più panatura e additivi che vero pesce, alle polpette con carne ricostituita e aromi artificiali, fino al purè liofilizzato. Ma ci sono anche formaggini fusi spesso addizionati con sali di fusione e conservanti, pane in cassetta pieno di conservanti, dolci come merendine, budini pronti, biscotti confezionati ricchi di zuccheri, oli vegetali raffinati (spesso palma), aromi e coloranti. Senza dimenticare i piatti pronti surgelati.

“A fronte di questa situazione", aggiunge Galesso", non sorprende che solo un genitore italiano su tre (32%) è pienamente soddisfatto della qualità del cibo servito nelle mense scolastiche, secondo Coldiretti/Ixe’. Questo mentre il costo medio mensile per far mangiare i propri figli in provincia di Padova si aggira sui 100 euro al mese, una cifra superiore alla media italiana di 80 euro”.

Ancora più impattante sulla salute delle giovani generazioni sono i distributori automatici con il loro carico di prodotti ultra-formulati. Secondo il rapporto Aletheia, la categoria di prodotto più presente nelle “macchinette” onnipresenti nelle nostre scuole sono gli snack dolci (nel 77% dei casi analizzati) davanti a snack salati (76%) mentre la presenza di yogurt o latte è appena del 2% e quella della frutta all’1%.

“Un fenomeno da non sottovalutare", conclude Valentina Galesso",che mette a rischio la salute delle giovani generazioni e dinanzi al quale occorre intervenire da subito, anche per rispondete al grido d’allarme che viene dalle famiglie italiane, sempre più preoccupate per il futuro dei propri figli. In questi anni abbiamo trovato nelle scuole padovane un alleato fondamentale e la nostra intenzione è quella di raggiungere con la nuova edizione del nostro progetto di educazione alimentare e ambientale un numero ancora più alto di ragazze e ragazzi, perché la sana alimentazione è a portata di mano, basta conoscerla”.