Meno 72 ore ai saldi che restano una grande occasione per i negozi di vicinato

Ancora 72 ore, poi saranno “saldi”. “Detta così - dichiara il presidente di Federmoda Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Riccardo Capitanio - sembrerebbe che stiamo tutti aspettando lo sparo dello starter di sabato 5 luglio. In verità, i negozianti ligi alla norma quando sentiranno lo sparo, prenderanno atto che colleghi meno ligi hanno già fatto tre giri di pista”. L’atletica leggera come metafora aiuta a sorridere, ma non risolve una delle questioni che, ad ogni stagione, si ripresenta con sempre maggiore vigore: i saldi ufficiali vengono by-passati dal web, innanzitutto, ma anche dai grandi marchi e, infine, anche dai negozi fisici. “Qui non si getta la croce addosso a nessuno - continua Capitanio - perché le dinamiche delle imprese sono tante e tali che solo chi deve fare i conti con la cassa giornaliera sa perché fa certe scelte. Di sicuro non serve né chiedere improbabili spostamenti delle date in avanti (se già adesso in tanti disattendono quelle attuali, come si può pensare che si possano uniformare a quelle di “lungo corso”?), né sperare che i controlli possano sortire qualche effetto. Può essere che ci scappi un verbale, ma non è quello che cambia la sostanza delle cose”. Ma allora in saldi vanno aboliti? “No - è categorico Capitanio - i saldi devono restare, però dobbiamo convincerci che, essenzialmente, sono un momento di marketing. Checchè se ne dica, soprattutto per i negozi di vicinato, i saldi sono il più grande spot a costo zero. Ci sono studi che confermano come un cartellino barrato di rosso sul prezzo pieno e con il prezzo ribassato bene in evidenza, sia un forte stimolo all’acquisto, per cui perché mai dovremmo rinunciare ai saldi?” C’è poi l’aspetto della tutela del consumatore… “E questa è la parte più importante - conclude Capitanio - perché i saldi rappresentano pur sempre una “zona protetta” nel senso che le “regole di ingaggio” sono chiare e, per quanto ci riguarda, non smettiamo mai di ricordarle ad ogni saldo, sia esso estivo, sia esso invernale”.
E allora eccole le regole di base, stilate da Federmoda Confcommercio, per Saldi chiari e Sicuri:
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto;
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante;
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante e vanno favoriti i pagamenti cashless;
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo;
5. Indicazione del prezzo: obbligo di indicare il prezzo normale di vendita (tenendo conto che va indicato il prezzo più basso applicato alle generalità dei consumatori nei trenta giorni precedenti l’avvio dei saldi), lo sconto e il prezzo finale.