VIDEO | Albertino Bigon: Euganeo inadatto ai grandi sogni dei tifosi
“Posso passare alla domanda di riserva?”. Inizia con una battuta a parlare della crisi della nazionale di calcio italiana, Albertino Bigon, ex calciatore, lo scudetto col Milan, nel 79, e Campione d’Italia sulla panchina del Napoli di Maradona, nel 1990. Mister Bigon parla di diverse motivazioni, non per forza attuali, ma radicati nel tempo, della formulazione dei campionati, della difficoltà dei commissari tecnici a mettere in campo una squadra competitiva.
Albertino Bigon, padovano, è stato premiato per il suo valore sportivo dal consigliere di Minoranza Davide Meneghini. Cresciuto nelle giovanili del Padova, ha giocato 69 partite segnando 15 gol in B con la maglia biancoscudata. Ha un sogno, rivedere il Padova in A. Ripensa all’Appiani, quando dice: se non avevi buoni piedi lì non ti facevano entrare.
Bigon ha parlato del ricordo di Nereo Rocco, e di quello di Maradona: il più grande fuoriclasse di sempre – dice – ma non un campione. Provai una grande tristezza nel vederlo morire da solo. Il suo scudetto con il Napoli, simile a quello di Conte della passata stagione.
Un pizzico di nostalgia per un calcio con molti meno riflettori, ma forse più autentico. Bigon simbolo di uno sport che, in Italia, non perde pubblico ma fatica a trovare la sua dimensione. Ora tutti i calciatori devono essere di 190 centimetri, ma si tralascia la tecnica, quella che fa innamorare e sospirare i tifosi.