Attualità di Redazione , 22/05/2025 9:49

Riqualificazione ex Caserma Prandina, Legambiente: "Più spazio alle attività culturali"

Riqualificazione ex Caserma Prandina
Riqualificazione ex Caserma Prandina

E' di qualche giorno fa l’approvazione da parte della Giunta di Palazzo Moroni di un progetto di fattibilità tecnico economica, relativo alla riqualificazione del tratto delle mura di Padova compreso tra Porta Savonarola e Barriera San Prosdocimo, che comprende la ex-Caserma Prandina, finalizzato alla partecipazione ad un bando di finanziamento regionale.
Nel 2023 l’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune rese pubblico un master plan per il recupero e la riqualificazione delle aree dell’ex caserma Prandina, dei fabbricati esistenti e del tratto confinante delle Mura cinquecentesche, che avevamo giudicato complessivamente positivo perché scongiurava l’ipotesi di maxi parcheggio da 800-1000 posti auto, condannando un’area strategica del quadrante ovest della città, ad una landa desolata al servizio delle auto.  Il piano guida proponeva alcune scelte di fondo e alcune linee guida per indire un concorso internazionale di progettazione, così come venne assicurato dall’Assessore e così come era stato esplicitamente richiesto dal documento finale del processo partecipativo di Agenda 21 che aveva coinvolto un centinaio di associazioni culturali e di organizzazioni di categoria padovane. 

Il concorso, come sembrava ovvio, avrebbe dovuto interessare in forma integrata tutta l’area, tutte le componenti e gli aspetti essenziali del nuovo parco urbano: “Così purtroppo non è stato - fa notare Sergio Lironi, Presidente Onorario di Legambiente Padova - Il masterplan, di una disarmante banalità dal punto di vista progettuale, è stato di fatto considerato quasi come un progetto definitivo, come una camicia di forza anche nel caso del mini concorso che ha prodotto la proposta di alcune “atmosfere di progetto”. Le accattivanti immagini fornite dai rendering in realtà non riescono a mascherare la povertà e l’insignificanza del disegno complessivo del parco, caratterizzato da una suddivisione degli spazi aperti secondo uno schema di rigida ortogonalità, con aree quasi esclusivamente destinate a prato attraversate da qualche filare di alberi, da alcuni percorsi pedonali e ciclabili e da qualche aiuola fiorita”. 

La programmata demolizione di tutti i fabbricati non tutelati dalla Soprintendenza priva inoltre il parco di servizi e potenziali attività, quali quelle suggerite dal documento di Agenda 21, che ne avrebbero consentito una effettiva attrattività e frequentazione nel corso di tutta la settimana e in tutte le ore del giorno, evitando il pericolo della marginalizzazione. Di fatto solo in una porzione del fabbricato centrale si prevede uno spazio per un bar e per attività di ristorazione.

Francesco Tosato, Presidente di Legambiente Padova, auspica chein fase di elaborazione del progetto definitivo, considerati i tempi non immediati di realizzazione di larga parte delle opere, si preveda “un ripensamento del progetto complessivo del parco, integrando in una visione unitaria le diverse componenti, ma soprattutto riducendo le dimensioni del parcheggio, assente nel progetto di fattibilità, e recuperando alcuni dei fabbricati che si vorrebbero demolire per la promozione di nuove attività culturali, sociali ed economiche, opere fondamentali per una vera riqualificazione dell’area ”.