Attualità di Redazione , 27/05/2025 14:45

VIDEO | Iov, 20 anni tra cure, eccellenza e umanità

Umanità, cure, ricerca, eccellenza celebrate in un compleanno speciale: i 20 anni dell’Istituto Oncologico Veneto. I vertici regionali della sanità, il mondo accademico, le eccellenze della medicina, le associazioni in rappresentanza dei pazienti e le istituzioni: un grande abbraccio a Palazzo della Ragione per il personale dello Iov che ha reso possibile due decenni di cure d’avanguardia, ma soprattutto di presa in carico con umanità.

«Aspettativa di vita in crescita, il futuro si cura insieme» ha spiegato la direttrice generale dello IOV Giuseppina Bonavina.

«Più di 7mila pazienti all’anno, 6.800 operazioni chirurgiche, 58mila interventi chemioterapici e 50mila radioterapici. Sono impressionanti i numeri dell’Istituto Oncologico Veneto. Un’eccellenza della nostra regione fatta di ricerca, umanizzazione delle cure, accompagnamento dei pazienti, ma soprattutto di risoluzione di molti problemi oncologici. Un ambito in cui la qualità delle cure, rispetto a vent’anni fa, è di altissimo livello, con un’evoluzione continua che accresce le aspettative di cura con esito positivo. E’ stata una grande galoppata, che continuerà ancora nei prossimi anni» ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia.

«In sanità - ha detto infine Zaia - è fondamentale non abbassare mai la guardia, non vivere di rendita di posizione e alzare sempre più l’asticella. Basti pensare a tutte le novità introdotte con i farmaci monoclonali, quelli realizzati su misura in base al genoma del paziente, e poi ancora all’introduzione dell’intelligenza artificiale nella lettura dei vetrini o nell’interpretazione delle immagini delle nuove mammografie. Un impegno che continueremo a sostenere per costruire un futuro che non lasci indietro nessuno».

Da quel luglio del 2004, con lo Iov nato come “Consorzio” delle Aziende Sanitarie del Veneto e poi la Legge Regionale 22 Dicembre 2005, con l’istituzione dell’Istituto Oncologico Veneto, 20 anni di scienza a servizio della vita radicata nell’idea di medicina come sinergia tra testa, cuore e mani: «Il nostro motto è stato "facendo, impariamo a fare". Sono stati anni intensi che hanno prodotto un lavoro straordinario» ha detto la direttrice Bonavina. Lo confermano i numeri: negli ultimi vent’anni l’aspettativa di vita per i malati oncologici è salita, spesso in impennata: oggi tocca punte del 90% e oltre per i tumori alla mammella e all’utero.