La Diocesi si mobilita per la pace: nella Basilica di Santa Giustina un 'Rosario per Gaza'

Sono passati quasi 20 mesi dal 7 ottobre 2023, una data che ha segnato una nuova escalation del conflitto a Gaza. In questi mesi sono state tantissime le iniziative di richiesta di pace organizzate da diverse realtà civili e religiose in tutto il mondo e anche la Chiesa di Padova si è fatta protagonista e portavoce in svariate occasioni per chiedere la pace nei troppi luoghi di guerra nel mondo, dai più evidenti ai più dimenticati.
Per questo motivo giovedì 29 maggio alle 20:45 nella Basilica di Santa Giustina si terrà il ‘Rosario per Gaza’ con il vescovo Claudio Cipolla davanti all’icona della Madonna Costantinopolitana esposta all’altare di San Luca.
“Come Chiesa di Padova – spiega il vescovo Claudio Cipolla – vogliamo fare ancora più nostro l’impegno per la pace rilanciato da Papa Leone XIV per “una pace disarmata, una pace disarmante, umile e perseverante” e per questo invitiamo le comunità a intensificare la preghiera e le occasioni di riflessione. Con la fine di questo mese dedicato tradizionalmente alla Madonna, lanciamo la proposta “Preghiera: ponte di pace!”. La preghiera, infatti, per il credente è il primo strumento di pace. La preghiera ci mette in ascolto del grido di chi soffre e così possiamo farci carico della sofferenza altrui in maniera efficace. Con la preghiera chiediamo a Dio la sua pace e la forza di essere autentici costruttori”.
Inoltre tutte le parrocchie della Diocesi di Padova sono invitate a:
- dedicare la chiusura del Mese di maggio alla preghiera per la pace a Gaza e in Cisgiordania;
- suonare a lutto le campane venerdì 30 maggio alle ore 15.00;
- inserire, nelle feste patronali occasioni culturali di approfondimento sulla situazione palestinese e sui vari conflitti in atto nel mondo;
- sollecitare gli animatori dei Grest a proporre attività dedicate al tema della pace anche per i più giovani;
- inserire sempre un’intenzione per la pace nelle celebrazioni eucaristiche domenicali.
Alle comunità religiose e in particolare a quelle monastiche si chiede di intensificare la preghiera per le popolazioni in guerra e in particolare a Gaza e in Cisgiordania, anche con momenti di adorazione.