Attualità di Redazione , 20/05/2025 15:46

Il Parco Agro-Paesaggistico del Basso Isonzo cresce ancora: nuovi alberi e nuove coltivazioni

Parco Agro-Paesaggistico del Basso Isonzo
Parco Agro-Paesaggistico del Basso Isonzo

Compie un ulteriore passo il percorso per la valorizzazione della dimensione agricola del Parco del Basso Isonzo, con la realizzazione, su una superficie di circa 1.8 ettari, di una classica sistemazione a cavino, o alla padovana, che è una tradizionale sistemazione idraulico-agraria del terreno in uso nella pianura veneta. I terreni agricoli interessati si trovano tra il Campo dei Girasoli di via Bainsizza e la Casa Bortolami - casa colonica in disuso - e sono divisi in quattro appezzamenti di 82 metri di lunghezza per 50 di larghezza.

I lavori, eseguiti dall’azienda Vite Verde srls, sono stati finanziati grazie ad un contributo della fondazione Cariparo di 250.000€. Gli interventi sono stati eseguiti con l’obiettivo di ripristinare l’assetto agricolo del luogo, coniugando le conoscenze dell’agroecologia moderna con il sapere della tradizione contadina veneta. Le finalità del progetto sono molteplici: potenziare le connessioni ecologiche, sostenere la biodiversità, ridurre i fenomeni di erosione, migliore la qualità delle acque, aumentare la capacità di fissazione dell’anidride carbonica atmosferica e il suo immagazzinamento nel suolo, nonché riqualificare il paesaggio.

Nel dettaglio i lavori hanno interessato: il rifacimento delle pendenze e dei cavini (piccoli canaletti di scolo posti ai margini dei campi), la sistemazione dei fossati preesistenti, la potatura delle siepi campestri, la creazione di viali interni già molto utilizzati dalle persone che percorrono questi luoghi. Inoltre, sono stati messi a dimora alcuni elementi vegetali, sempre nella direzione della ricostruzione di un sistema agroforestale tipico del paesaggio agricolo padovano: 160 piantine forestali suddivise tra una siepe ripariale ad ovest, lungo il confine del canale irriguo consorziale e una siepe mellifera caratterizzata da specie adatte ad assicurare la disponibilità di alimenti per le api, anche in funzione dell'installazione di arnie a scopo didattico; tre filari di viti maritate, in cui per permettere alle piante di crescere e svilupparsi sono stati utilizzati degli esemplari arborei al posto dei comuni sostegni artificiali. Tale tecnica, praticata in passato in molte zone d'Italia, rappresenta un’interessante forma di agroforestazione, con la vite e l'albero che crescono in simbiosi. Per l'impianto della vite maritata sono stati messi a dimora 96 alberi di 5 diverse specie e 150 piante di vite di 7 diverse varietà antiche.

I terreni agricoli oggetto dell’intervento, di proprietà del Comune di Padova, sono attualmente dati in concessione e vengono coltivati principalmente a farro. Il proposito dell’amministrazione è infatti quello di sviluppare la vocazione agricola di tutta l’area del Parco del Basso Isonzo, individuato come asset importante per lo sviluppo di un’agricoltura di prossimità, come luogo in cui incentivare la formazione e la sperimentazione in materia di agroecologia e agroforestazione.
La riqualificazione di questi terreni agricoli, con la relativa ricostruzione degli assetti idraulici in base ai principi tradizionali dell’agricoltura veneta, è infine propedeutica al recupero della vecchia casa colonica "Bortolami", il cui progetto di fattibilità tecnico economica (Pfte) di ristrutturazione è stato finanziato e realizzato in contemporanea con i lavori di riqualificazione dei terreni agricoli. Un passo senza dubbio importante in vista del futuro restauro di questo fabbricato rurale in disuso dall’alto valore storico ed architettonico, destinato a diventare la prima Urban Farm a gestione pubblica del Comune di Padova.

 “Il Parco Agropaesaggistico del Basso Isonzo è sempre più una realtà - spiega Antonio Bressa, assessore al Verde, Parchi e Agricoltura Urbana -. Grazie a questo intervento  abbiamo sensibilmente migliorato una quota significativa di terreni sia per l'uso agricolo che per ottenere nuovi servizi ecosistemici dagli alberi e le piante messi a dimora, ma anche per agevolare la fruizione da parte dei cittadini di un luogo di natura a pochi passi dall'area più urbanizzata della città”.