Attualità di Redazione , 18/04/2025 11:21

Vietate le restrizioni degli affitti brevi dei Comuni, Bertin: "questione da prendere in mano"

Patrizio Bertin
Patrizio Bertin

Brutta sorpresa nell’uovo pasquale per i comuni che intendevano restringere le possibilità di affitto breve. Una sentenza del Consiglio di Stato (la n. 2928/2025) in materia di affitti brevi e turistici ha annullato il provvedimento del Comune di Sirmione (ma la sentenza si estende, di fatto, a tutti i Comuni) che imponeva restrizioni alle locazioni turistiche con contratti brevi.

“A questo punto - commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin - diventa ancora più stringente la necessità che Governo e Parlamento prendano in mano la questione perché l’assenza di norme sta mettendo in crisi tutte le località a forte impatto turistico”.

Un concetto più volte sottolineato dall’Ascom Confcommercio di Padova che non è un disconoscere il valore assoluto della proprietà privata che trova nell’affitto breve una risposta alla sostanziale mancanza di garanzie in caso di contenzioso con gli inquilini, ma solo la necessità di non drenare locali in affitto che, se vengono destinati agli affitti brevi non sono più disponibili per le famiglie, per i lavoratori e, soprattutto a Padova, per gli studenti. Tornando alla sentenza, questa stabilisce che gli immobili offerti in locazione turistica al di fuori di un’attività imprenditoriale non possono essere assimilati alle case vacanza e, di conseguenza, non sono soggetti agli stessi vincoli normativi.

Il pronunciamento si basa sulla disciplina nazionale che non prevede per la locazione turistica privata la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) e quindi il Comune non può limitare tali contratti, salvo situazioni specifiche regolamentate da leggi statali o regionali.

Ma c’è di più. Il Consiglio di Stato ha escluso che il Comune possa vietare i contratti di locazione per finalità turistica, evidenziando che tali attività non rientrano nel potere del Comune in ambito edilizio. “La sentenza del Consiglio di Stato - continua Bertin - chiarisce che i Comuni non possono limitare o vietare l’attività di locazione turistica. E questo perché la locazione breve non è assimilabile alle strutture ricettive professionali come le case vacanza, né deve essere trattata come un’attività

imprenditoriale. Il problema, però, è che molti affitti brevi sono, di fatto, attività imprenditoriali gestite da strutture che poco hanno a che vedere con quell’integrazione al reddito che nello spirito iniziale avrebbe dovuto aiutare i piccoli proprietari”.

Dunque serve una norma che definisca esattamente i limiti. Anche se, a ben vedere, anche quelle che esistono per limitare il fenomeno dell’abusivismo (ben noto a Padova), come l’obbligo del CIN (il famoso Codice Identificativo nazionale) e il self check-in, vengono bellamente disattese. “Più o meno - conclude Bertin - a livello nazionale hanno il CIN non più del 75/80% delle strutture e meno della metà rispetta il divieto di self check-in. Per non parlare poi delle disposizioni di sicurezza (estintori, rilevatori di gas, impianti antincendio) che solo una percentuale minima ha provveduto ad adeguare”