Costo del cacao quintuplicato in due anni, ma uova e colombe resistono al caro prezzi

Negli ultimi due anni i prezzi del cacao sono addirittura quintuplicati: se nell’estate del 2022, prima dell’attuale crisi, il prezzo di una tonnellata di cacao si aggirava attorno ai 2mila dollari, oggi supera i 10mila. Una cifra non troppo lontana dal picco più alto di sempre: 12mila dollari a tonnellata, raggiunto nella primavera del 2024 e registrato dagli indicatori del mercato globale riportati da Trading Economics.
Per quanto riguarda il burro le cose non sono altrettanto drammatiche ma comunque si parla di aumenti più che consistenti: secondo una recente ricerca di Assoutenti insieme al Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.), dal 2021 il costo di questa materia prima fondamentale per i dolci pasquali ha registrato un incremento medio del 48,8%, toccando i 13,35 euro medi al chilogrammo a fine 2024 per il consumatore finale.
Anche il mercato delle farine ha visto, tra 2023 e 2025, oscillazioni significative con il risultato che i grandi media nazionali stanno già lanciando l’allarme del “Caro Uova e Caro Colombe” con prezzi previsti in crescita, in questa Pasqua 2025, fino al 30% rispetto all’anno scorso.
Ma gli artigiani di Cna Padova e Rovigo rassicurano i propri consumatori: “Siamo di fronte a una stagione di lungo periodo di aumenti delle materie prime per i prodotti alimentari”, spiega Nicola Verdicchio responsabile degli Alimentaristi di Cna Padova e Rovigo, “principalmente alcuni come cacao e burro che sono fondamentali ingredienti dei dolci pasquali. A fronte di questo i media stanno dando notizie allarmanti: si parla di aumenti fino al 30% per le uova di pasqua e per le colombe. Non siamo affatto sicuri che questo di verificherà anche tra i nostri artigiani del settore alimentare: pasticceri, produttori di cioccolato, panificatori e così via, sono imprenditori legati al proprio territorio, gente che tiene ai proprio clienti e che ha legami forti e quotidiani con loro. Per questo ci sentiamo di rassicurare i consumatori: in molti casi gli incrementi dei prezzi saranno ben più ridotti di quanto non siano le spese di produzione per nostri associati. E sulle tasche dei consumatori questo inciderà solo in misura minima. E tuttavia la scelta di molti di assorbire i costi erodendo il proprio margine di guadagno non è una scelta semplice e neppure indolore.”
“Ma gli artigiani sono gente creativa oltre che seria e legata al proprio territorio: è per questo che in molti stanno lavorando su prodotti nuovi, capaci di aprire nuove nicchie di mercato per consumatori che possono affrontare con maggiore serenità un leggero aumento della spesa: già da tempo ci sono le colombe gluten free, quelle vegane, quelle gourmet, e così via. Ma in questa stagione 2025, in barba ai tentativi di Donald Trump di introdurre in Europa prodotti alimentari a bassissimo grado di certificazione, i nostri artigiani punteranno ancora sui prodotti naturali, quelli con il lievito madre, con caramello salato, senza zucchero o con frutta candita. Tutto ciò scommettendo su prodotti genuini e su ingredienti a km zero, e sul fascino che la produzione artigiana continua a esercitare, pienamente a ragione, sui consumatori”, continua.
Tra le novità proposte quest’anno dalla Pasticceria artigianale Mazzucato, a Saccolongo, spicca la colomba salata: “Una varietà pensata soprattutto per chi preferisce il dolce al salato", spiega la titolare, Laura Agostini, “la pasta è salata con olive, capperi o pomodorini secchi e la proponiamo ad esempio per l’aperitivo”. "I nostri prezzi al chilo sono gli stessi dello scorso anno gli aumenti delle materie prime purtroppo sono consistenti ma cerchiamo di riassorbirli senza dover aumentare il prezzo finale. Lo facciamo, ad esempio, proprio grazie all’artigianalità: per le colombe spesso si usano dei preparati a cui vanno aggiunti solo gli ingredienti freschi. Questi composti hanno un prezzo intorno ai 4,5 euro al chilo. Noi invece usiamo il lievito madre fatto da noi, in casa, poi aggiungiamo uova fresche, farina e burro di ottima qualità. La farina ci costa 1,5 euro al chilo, circa, il burro è sui 12. Non è poco, anzi, nell’insieme lavorando in questo modo riusciamo a risparmiare e contenere il prezzo finale”.