Oltre 3 mila aggressioni l'anno ai sanitari in Veneto, Soranzo: "Regione in prima linea"

“Oggi è una giornata in cui siamo chiamati a riflettere su un tema che non dovrebbe neppure esistere: la violenza contro chi si prende cura di noi. I dati ci dicono che è una realtà quotidiana, drammatica e insopportabile. Oltre 3.000 aggressioni all’anno in Veneto, tra minacce, insulti, spintoni e botte. E la maggior parte delle vittime? Donne - dice il Vice Presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Enoch Soranzo. - Sono numeri che fanno rabbrividire. Ma più ancora della freddezza delle statistiche, quello che colpisce è il paradosso: fino a ieri chiamavamo questi professionisti “eroi” e “angeli”. Durante la pandemia, medici, infermieri e operatori sanitari hanno rischiato la vita per salvarci. Alcuni di loro non ce l’hanno fatta. Eppure, oggi, anziché ricevere riconoscenza, molti di loro subiscono insulti e violenze nei pronto soccorso, nei reparti, nelle ambulanze.
Ma come siamo arrivati a questo punto? La risposta è complessa, solo una cosa è certa: non possiamo più accettarlo. Per questo, oltre a denunciare e a sensibilizzare, dobbiamo agire.
Un passo avanti importante è stato fatto il 13 novembre scorso, con l’approvazione della legge nazionale per la tutela degli operatori sanitari e sociosanitari. Finalmente, dopo anni di denunce, il nostro Paese ha riconosciuto che questo problema esiste e ha bisogno di risposte concrete.
Ma le leggi, da sole, non bastano. Serve prevenzione, serve sicurezza, serve un cambio culturale. La Regione Veneto è in prima linea su questo fronte. Stiamo lavorando per rafforzare la sicurezza negli ospedali e nelle strutture sanitarie con sistemi di sorveglianza più avanzati, percorsi formativi per il personale, supporto psicologico e giuridico per chi subisce violenze. Ma soprattutto, vogliamo costruire un nuovo patto tra cittadini e professionisti della sanità.
Perché chi si prende cura di noi merita rispetto. Perché chi ci salva la vita non può essere lasciato solo. Perché ogni aggressione è un’aggressione di troppo.”