Con-tatto, l’opera artistica di Marco Martalar, "cambia casa" per i lavori della linea Sir2

Due mani che si sfiorano in un gesto che ricorda il famoso affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina di Roma e simboleggia il desiderio di un incontro dopo il periodo buio segnato dal Covid-19. Con-tatto, opera monumentale di Marco Martalar realizzata per il Comune di Padova nel 2021, è stata protagonista nei giorni scorsi di un piccolo “viaggio”. I lavori programmati lungo la linea del Sir2 in zona Stanga hanno reso infatti necessario spostare la scultura in legno, realizzata assemblando materiale di scarto proveniente da alberi sradicati dalla tempesta Vaia, che ha colpito alcune aree del Nord Est tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2018.
L’installazione, frutto della collaborazione tra il Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana del Comune di Padova e le associazioni Teatro invisibile e Marga pura, è inserita nel più ampio progetto UrbArt, grazie al quale - dal 2018 al 2021 - sono state realizzate in città quindici opere artistiche a partire da ceppi di alberi.
Sotto la supervisione di Sara Celeghin, artista del legno e collaboratrice di Martalar, ciascuna mano di Con-tatto, dotata di un telaio di metallo interno, è stata delicatamente imbragata, issata e trasportata nell’area della rotonda tra via Rismondo e il Ponte Unità d’Italia, dove verrà ricomposta e ricollocata.
L’operazione ha visto la collaborazione delle imprese che stanno realizzando la linea e non è stata delle più semplici, visto che l’opera ha una lunghezza di otto metri e un’altezza di due metri e mezzo ed è composta da tronchi e rami giustapposti.
Lo spostamento esalta ancora di più il carattere “mutevole” della scultura, fatta di materiale organico soggetto alle intemperie e al decorso del tempo. Materiale proveniente anche da lontano, che in passato ha già dimostrato di sapersi trasformare da scarto a risorsa, da problema a espressione artistica, grazie al talento e alla sapienza dell’artista originario dell’altopiano di Asiago.
Nella nuova posizione, l’opera di Martalar compie quindi un ulteriore passo nel suo percorso di morte e rinascita, rimanendo comunque messaggera di un rinnovato e irriducibile desiderio di incontro e vicinanza.