A Padova il progetto pilota per i giardini terapeutici nella cura di 'Alzheimer e demenza

La sperimentazione di due anni alla Casa Madre Teresa di Calcutta dell’O.P.S.A. di Rubano con la Cooperativa Giotto e l’Università dimostra ottimi risultati sul tono dell’umore, consapevolezza di sè e socializzazione, ma anche nella diminuzione nell’uso di farmaci e sullo stress degli ospiti che frequentano il giardino terapeutico, sia in caso di malattia lieve che nelle situazioni più severe, e dei loro caregiver e traccia un vademecum, che, primo in Italia, traccia la strada per una terapia non farmacologica da affiancare alla terapia.
Ben cinque le ricadute sociali: sulla persona affetta da Alzheimer o demenza, sugli operatori sanitari, sui caregiver degli ospiti, sulla spesa sanitaria e sull’ambiente, oltre che l’impatto sociale con l’impiego di una cooperativa sociale nella cura del verde.
I dati diffusi nel convegno di studi “Curarsi con il Verde progetto VER.BE.NA" (acronimo di Verde e benessere nell’Alzheimer) saranno uno dei primi strumenti di orientamento per gli operatori del settore a livello nazionale. Il prototipo premiato in Italia da Innovation Lab e risultato terzo al mondo all’Urban Innovation and Entrepreneurship 2021di Sidney che valuta le start up più innovative I risultati della sperimentazione, con la visita al giardino terapeutico e le linee guida per la costruzione dei Giardini Terapeutici per le persone con Demenza, in particolare affette da Alzheimer.
Quando, più di 30 anni fa, l’allora direttore dell’Opera della Provvidenza S. Antonio (O.P.S.A.) di Rubano - fondazione di religione della diocesi di Padova, nell'accoglieva e cura delle persone con grave disabilità intellettiva accompagnata spesso da altre forme di disabilità – Don Roberto Bevilacqua, con la sua sensibilità anche di medico, ha immaginato che attraverso la bellezza e la cura del verde si potevano dare risposte anche al percorso di cura delle persone con demenza o Alzheimer, affidando alla Cooperativa Sociale Giotto la realizzazione di un primo giardino nella “Casa Madre Teresa di Calcutta”, ha aperto una strada visionaria e pionieristica che oggi si concretizza nella conclusione di una sperimentazione scientifica durata due anni che conferma alla luce di studi realizzati in collaborazione del Dipartimento di Psicologia Generale e del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova, i benefici nella cura di queste persone.
Nel 2005 ha aperto le proprie porte, centro polifunzionale per i malati di Alzheimer e le loro famiglie “Casa Madre Teresa di Calcutta”, diretta emanazione dell’OPSA ed è stato realizzato dalla Cooperativa Sociale Giotto il primo giardino. Nel frattempo alcuni studi neurologici realizzati soprattutto nel nord Europa hanno iniziato a raccogliere dati sulla indicano come la come la cura del verde possa avere ricadute significative sul benessere in particolare delle persone con disabilità intellettive.
L’incontro tra la Cooperativa Giotto ed Andrea Mati, che a sua volta aveva sperimentato gli effetti positivi della terapia “verde” nelle persone con dipendenze o disabilità dalle comunità di San Pantaleo a San Patrignano alla Don Gelmini , ha condotto all’ipotesi di supportare con studi scientifici che in Italia erano completamente assenti, queste evidenze sperimentali.
E’ nato così, grazie anche al supporto dell’attuale direttore dell’OPSA Don Roberto Ravazzolo, il pregetto Ver.Be.nA, acronimo di Verde e benessere nell’Alzherimer.
La pandemia del Covid-19 ha rallentato il percorso del progetto, che non si è comunque fermato. La prima fase del lavoro ha dato vita ad ESPERIDE, progetto che ha realizzato, partendo dai dati presenti nella letteratura internazionale un prototipo di giardino terapeutico alla “Casa Madre Teresa di Calcutta”, startup che è stata fatta propria dall’università di Padova nell’ambito di UNISMART, e che è stato già premiato in Italia al Contamination Lab del 2020 e successivamente selezionato per la competizione mondiale Urban Innovation ed Enterpreneuroship di Sindey come terzo miglior progetto nel mondo.
In questi anni il giardino terapeutico del Centro Servizi Casa “Madre Teresa di Calcutta”, è stato frequentato da moltissime persone con disabilità cognitive, dai sanitari e dai caregiver degli ospiti, e sono stati raccolti moltissimi dati che oggi rappresentano il più importante studio realizzato sulla materia.
Tutti gli studi hanno evidenziato miglioramenti in uno o più ambiti della vita quotidiana, comportamento, somministrazione di farmaci, cadute, agitazione qualità della vita, stress, depressione/umore, funzionamento cognitivo, consapevolezza di sé.
Nel convegno “Il ruolo del verde e dei giardini terapeutici nella cura delle persone con demenza” sono stati presentati e ufficializzati i risultati di VERBENA, complesso progetto sperimentale della durata di oltre due anni portato avanti da Francesca Pazzaglia del Dipartimento di Psicologia Generale e Raffaele Cavalli del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova, Giotto Cooperativa Sociale e O.P.S.A presso il Centro Servizi alle persone con demenza Casa “Madre Teresa di Calcutta”.
E’ stata fatta una revisione sistematica della pur scarsissima letteratura scientifica sull’uso del verde come terapia non farmacologica nelle persone con demenza e, in particolare, sulla presenza di giardini terapeutici all’interno delle strutture e sui loro effetti benefici.
E’ stata poi realizzata una ricognizione sulla presenza di giardini terapeutici nel nord Italia. Sono state contattate per questo più di 2000 strutture in Italia e soprattutto nel Nord Italia.
Infine sono state tracciate le Linee Guida sulle specie botaniche da utilizzare nei giardini: con piante legate al territorio, riconoscibili dai pazienti perché legate alla loro biografia o al loro contesto socio culturale, resistenti all’impatto dei cambiamenti climatici, profumate, colorate, ma anche distrubuite nel giardino in modo da mantenere la continuità nell’attenzione.
La prima sperimentazione si è basata sull’uso spontaneo del giardino da parte degli ospiti: pazienti, familiari, staff, rilevando da subito ricadute positive a livello cognitivo, affettivo e comportamentale.
La seconda fase della ricerca ha indagato gli effetti di un intervento di orticoltura abbinato a tecniche di stimolazione cognitiva attraverso un protocollo realizzato ad hoc. I cassoni rialzati del giardino sono diventati punto d’incontro per l’orticoltura, suscitando un generale interesse collettivo, con ricadute nelle persone con demenza lieve, ma anche sulle persone con demenza di stato grave. Maneggiando il terreno, innaffiando le piante e utilizzando gli attrezzi dell’orto e del giardino, ed anche curando la manutenzione degli indumenti utilizzati nel giardinaggio sono emerse buone ricadute sul rilassamento delle persone con demenza severa o disturbi del comportamento ma anche nella collaborazione di persone solitamente poco inclini a interagire. Inoltre si è rinforzata l’autodeterminazione dei partecipanti coinvolti in una attività che valorizza le loro competenze residuali. Molti degli ospiti che difficilmente uscivano all’aperto hanno iniziato a farlo interagendo con altre persone come non avveniva in precedenza.
Tutti questi miglioramenti hanno contribuito in maniera significativa alla riduzione nell’uso dei farmaci soprattutto relativamente al tono dell’umore, nervosismo o aggressività e anche nel ritnmo sonno veglia.
Sono state così tracciate le nuove linee guida che potranno essere utilizzate a livello nazionale, e raccolte in un vademecum “CURARSI CON IL VERDE” che racchiude le indicazioni operative per realizzare Giardini Terapeutici da utilizzare nella terapia di persone con diagnosi di demenza in strutture di cura. Tappa conclusiva del progetto VER. BE. NA che passa così dalla fase sperimentale a quella di progetto pilota nazionale e internazionale in questo ambito.
Padova quindi ancora una volta si propone a guida di un settore che coinvolge e sfida la sanità pubblica ad operare in una direzione che guarda all’innovazione anche nella cura della persona, e che avrà ricadute importantissime nell’abbattimento delle cure farmacologiche e nella gestione della spesa sanitaria dedicata ad un ambito, quella del decadimento cognitivo negli anziani, che tutti gli studi indicano in forte e costante aumento.
Il convegno alla Casa Madre Teresa di Calcutta di Rubano si è concluso con la tavola rotonda “Il verde per la cura e il benessere” e presentazione dei due volumi : “Curarsi del verde”, che contiene i risultati raggiunti dal progetto VERBENA e la linee guida per la costruzione dei Giardini Terapeutici per le persone con Demenza e “Salvarsi con il verde”, di Andrea Mati, figura di riferimento nel garden design dedicato alle persone con fragilità , e parte attiva nella realizzazione del giardino di Rubano, in cui l’autore autore racconta storie di “Piante e Persone” che vicendevolmente arrivano a salvarsi
Fino ad oggi le evidenze sperimentali delle ricadute terapeutiche di questi, pur rari, giardini progettati per essere vissuti alle persone con demenza e dai loro caregiver, si basavano solo su evidenze empiriche. Il Progetto Verbena per la prima volta presenta una revisione dell’intera letteratura scientifica e dati che possono diventare fulcro per decisori pubblici e operatori del settore nel futuro approccio alla cura delle persone malate di demenza.
Il progetto, avviato su iniziativa di Giotto cooperativa sociale, è frutto della collaborazione tra la sezione Innovazione e Sviluppo della stessa, OPSA - Casa Madre Teresa di Calcutta di Rubano (PD), il Dipartimento di Psicologia Generale e il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova.