Attualità di M.P. , 12/05/2022 14:22

Da San Leopoldo, nella sua festa, a chiedere salute e pace VIDEO

12 maggio, festa di San Leopoldo, un faro di speranza in tempi difficili come quelli attuali: al cappuccino confessore i fedeli chiedono l’intercessione per la famiglia, la salute, il lavoro e anche la pace.

Via via torna a rianimarsi sempre più il santuario di Padre Leopoldo dopo due anni di pesanti restrizioni per la pandemia. Un pellegrinaggio continuo di devoti, padovani e non solo arrivati a festeggiare e pregare il piccolo grande santo confessore nel giorno, 12 maggio, del suo compleanno: Leopoldo Mandic nacque 156 anni fa a Castelnuovo di Cattaro, oggi Montenegro.

Inviato in seguito a Padova non riuscì mai a lasciarla per altre missioni, vicino alla sua terra, perché troppo amato dai padovani, pronti ad insorgere pur di non perderlo. E così s’è consumato fino alla fine tra privazioni e il dono totale di se stesso nella sua celebre e sempre affollata celletta confessionale. Portando conforto a tutti, alleggerendo animi e cuori, anche i più oppressi.

“Fede, abbiate fede! Dio è medico e medicina”, ripeteva Leopoldo, proclamato il 6 gennaio del 2020 il santo patrono dei malati oncologici. Lui morto di cancro all’esofago. 

Ancora niente carezze alla grande statua, nemmeno alla teca trasparente a custodire le sue spoglie e lasciata all’affetto e alla preghiera dei devoti dal 2016 dell’ostensione, voluta da Papa Francesco a San Pietro nell’anno del giubileo della misericordia.

Ma tanti grazie e tante preghiere davanti a Leopoldo, a chiedere aiuto e ricevere miracoli quotidiani per le cose essenziali della vita…