Imprenditori coraggiosi e, soprattutto, tenaci. La caratteristica tutta veneta si esalta nel tessuto produttivo padovano che nonostante il biennio pandemico e le conseguenze economiche del conflitto in Ucraina tengono duro e anzi, crescono e investono. 

Malgrado covid, guerra, prezzi schizzati e cantieri in ritardo, un’impresa su due ha fatturati in crescita. E’ quanto emerge da un’indagine condotta a fine aprile da Cna Padova su 134 aziende artigiane di città e provincia. Bene l’export che rispetto al 2019 cresce di un 6 per cento abbondante. Benissimo i settori finanziario, assicurativo e immobiliare. Si guarda al futuro con fiducia tanto che 4 imprese su 10 stanno programmando investimenti anche per i mesi a venire.

Unico tasto negativo, tassello però fondamentale, è l’occupazione. “Paradossalmente c’è lavoro ma mancano addetti specializzati, nel settore metalmeccanico soprattutto”, spiega Luca Montagnin, presidente di Cna Padova. 

“Bisogna dunque convincere i giovani che quello l’artigiano non è un mestiere dequalificante perché anche questa professione si è adeguata ai tempi moderni e alle tecnologie”, aggiunge Montagnin.

Le piccole e medie imprese creano posti di lavoro stabili ma che restano poco appetibili. Quasi un imprenditore su 2 ha difficoltà a trovare nuove leve promettenti. E questo è il secondo motivo di notti insonni per il datore di lavoro dopo l’aumento dei costi e il reperimento delle materie prime.