Il Giotto svelato in basilica del Santo VIDEO
Alla scoperta del Giotto nascosto, della sua mano inconfondibile che ha dipinto i volti delle Sante martiri nella cappella dedicata a Santa Caterina, all’interno della Basilica di Sant’Antonio.
Sono queste le prove generali per la successiva opera delle opere, la maestosa Cappella degli Scrovegni. E’ l’esordio padovano di Giotto, che dipinse per i francescani da Assisi a Padova e che in Basilica incontrò la famiglia Scrovegni che gli commissionò appunto il suo gioiello universale.
Che questa sia la mano del rivoluzionario maestro del 300 e dell’intera storia dell’arte è certo: l’attribuzione a lui del sottarco della Cappella di Santa Caterina ( o delle benedizioni) fu proposta già nel 68 da una allora giovane studiosa Francesca Flores d’Arcais.
I dipinti rappresentano otto mezzi busti di Sante entro quadrilobi, alternati a motivi decorativi in stile gotico. Lo stato conservativo era ritenuto già dalla stessa Flores d’Arcais nello studio del 1969 in forte degrado e bisognoso di un intervento di restauro.
Un intervento estremamente delicato, promosso dalla delegazione pontificia in collaborazione con il Comune di Padova e con l’apporto della Fondazione Cariparo. 9 mesi di lavori sulle pitture di Giotto, già assai rovinate ai primi del Novecento e per di più negli anni reintegrate e ridipinte. Fessurazioni, colore polverizzato, strati successivi, tutto è stato delicamente ripulito per far riemergere il Giotto coperto dai secoli.
Un’altra gemma svelata della Padova Urbs Picta del 300, patrimonio mondiale Unesco: ecco le Sante dipinte con i volti di donne, una diversa dall’altra, emozione restituita ai fedeli, alla comunità francescana, alla città, al mondo intero…