la Redazione

83enne aggredita dagli amstaff ancora in rianimazione. Gli indagati salgono a tre

L'83enne azzannata dagli amstaff che teneva nel suo appartamento di Mortise, a Padova, si trova ancora ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Padova.

Per il fatto salgono a tre le persone indagate dalla Procusa, non solo la figlie e la nipote, ma anche il nipote 21enne. L'accusa per tutti è di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze. Il 21enne risulta tra i proprietari, come la mamma e la sorella, dei cani che vivevano nell'appartamento della nonna. 
Gli otto esemplari trovati e sequestrati dai carabinieri sono stati affidati alle cure del Canile di Rubano ma non sono ancora adottabili. Un amstaff femmina pochi giorni prima che l'83enne subisse l'aggressione aveva partorito una quindicina di cuccioli. 
Le indagini vogliono accertare perchè in un appartamento così piccolo fossero presenti così tanti cani. Il sospetto è che si tratti di un allevamento abusivo, segnalazione che avevano già fatto anche i veterinari dell'Ulss 6 a gennaio scorso. Sul fatto i carabinieri stanno eseguendo gli opportuni accertamenti, anche con apposite verifiche sul web in merito alle vendite di amstaff e american bully in provincia e nel Veneto. 
Gli otto cani sequestrati hanno tutti hanno il chip e arrivano da allevamenti del sud Italia.

L'83enne al momento è ancora ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Padova. Ha subito l'amputazione di un braccio e di un avambraccio a causa dei morsi dei cani.