la Redazione

Caro Caffè, Ascom: "Aumenti del 50% sulla materia prima in soli sei mesi"

Una “tempesta perfetta”: così l'ha battezzata Altoga (l’Associazione nazionale torrefattori, importatori di caffè e grossisti alimentari) aderente a Federgrossisti Confcommercio. "Ed è un'espressione assolutamente condivisibile - commenta Enrico Baggio, vicepresidente della Fnaarc, la federazione degli agenti di commercio aderenti a Confcommercio Ascom Padova, nella sua veste di agente specializzato proprio in caffè - perchè non erano sufficienti il post covid, le guerre e l'inflazione. A queste già difficili condizioni per un prodotto che percorre il mondo, si sono aggiunte alluvioni in oriente e siccità a occidente. E per finire (almeno si spera sia l'ultimo fattore negativo) la sostanziale chiusura del Canale di Suez".

Il risultato è un pesante aumento dei costi che, se la situazione dovesse persistere (e non sembra che le cose possano cambiare nel breve volgere di qualche settimana), potrebbe portare ad una rivisitazione dei listini dei torrefattori. "Purtroppo è così - continua Baggio - anche se nessuno avrebbe interesse a farlo. Purtroppo, negli ultimi sei mesi le quotazioni di borsa del caffè della qualità "robusta" hanno registrato un rialzo di oltre il 90% e quelle della varietà "arabica" del 55%. Aggiungetevi poi l'aumento dei costi del trasporto con le navi provenienti da oriente costrette a circumnavigare l'Africa con valori dei noli che vanno da tre volte il prezzo pre-crisi fino a sei volte".

Come si diceva, diverse le cause alla base di questi aumenti: nel primo caso, una forte contrazione dell’offerta da parte del Vietnam (il maggiore produttore mondiale di "robusta"), nel secondo caso le avverse condizioni metereologiche in Brasile e l’intensificarsi dei problemi di reperibilità del "robusta" che hanno spinto molti torrefattori a modificare le miscele utilizzando una maggiore percentuale di arabica. “Aggiungeteci – continua Baggio – lo sfavorevole tasso di cambio per il rafforzamento del dollaro sull’euro che ha inciso sul costo del caffè fino a un +4% negli ultimi mesi e vedrete che i costi di importazione finiscono per raggiunge un 50% in più rispetto a sei mesi fa".

"La cosa positiva - conclude il vicepresidente della Fnaarc Confcommercio Ascom Padova - è che i miei contatti quotidiani coi baristi dicono che, per la gran parte, gli operatori del settore stanno assorbendo gli aumenti. Di più: stanno volgendo lo sguardo al vantaggio competitivo che ne deriva a chi propone un prodotto d'eccellenza. Detto diversamente: la tazzina deve essere veramente buona. E così si fidelizza il cliente".