la Redazione

Omicidio Giulia Cecchettin, processo in autunno per Filippo Turetta VIDEO

Visualizza il video

Si avvicina la chiusura delle indagini per il femminicidio di Giulia Cecchettin, con la richiesta di rinvio a giudizio per Filippo Turetta, l'ex fidanzato della studentessa 22enne, in carcere a Verona da novembre del 2023, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

A sei mesi dal delitto della giovane di Vigonovo, la procura di Venezia si appresta a chiudere le indagini ed è intenzionata a contestare al giovane l’aggravante della premeditazione già a giugno, prima della pausa estiva degli uffici giudiziari, evitando il rischio della prescrizione dei termini di custodia cautelare.

Il processo a Turetta potrebbe aprirsi agli inizi di autunno, tra settembre ed ottobre. Alla luce degli elementi probatori acquisiti dalla Procura di Venezia con l'autopsia sul corpo della vittima e delle analisi sulle macchie di sangue e sugli altri elementi raccolti nella Fiat Punto nera di Filippo Turetta, resta da capire cosa è stato trovato con gli accertamenti tecnici sullo smartphone e sul pc portatile del 22enne, anche questi sequestrati nella sua macchina, dopo l'arresto in Germania.

Saranno queste risultanze ad essere determinanti nel contestare o meno la premeditazione dell'omicidio, aggravante che impedirebbe alla difesa di accedere al rito abbreviato e potrebbe far finire Turetta direttamente davanti alla Corte d'Assise.

Giulia Cecchettin è stata uccisa a coltellate la notte dell’11 novembre scorso. Dopo averla aggredita Filippo Turetta si è dato alla fuga durata oltre una settimana e finita con l’arresto in Germania. Prima di lasciare l’Italia il giovane ha abbandonato il corpo di Giulia in un dirupo, nelle montagne tra Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone. Il suo corpo venne trovato sabato 18 novembre.

Dopo l’arresto Turetta, ha parlato un'unica volta con il Pubblico Ministero in un lungo interrogatorio nel carcere di Verona, durato quasi nove ore. Un racconto fiume nel quale il giovane si è assunto la responsabilità del delitto, pur non scendendo nei particolari. “Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità. “Voglio pagare per aver ucciso la mia ex fidanzata” aveva detto aggiungendo: “Non so cosa è scattato in me quella sera”. Ora rischia l'ergastolo.