la Redazione

In Veneto solo 6,4 medici di base ogni 10mila abitanti. Cia: "In Portogallo oltre il triplo"

In Veneto il tasso di copertura dei medici di medicina generale è fra i più bassi d’Italia: solo 6,4 dottori ogni 10mila abitanti, quando la media nazionale è di 7,1 professionisti ogni 10mila abitanti. In Portogallo il dato è di 29,8 medici di medicina generale ogni 10mila abitanti, in Francia 13,8, in Germania 10,4, in Spagna 9,4. Attualmente, nella nostra Regione ne mancano 726 (80 nella sola provincia di Padova). 
Il dato è stato presentato in occasione del convegno “La desertificazione dei servizi sociosanitari”, a cura di Cia Veneto in collaborazione con Cittadinanzattiva, che si è tenuto stamane in Sala Paladin, a Palazzo Moroni. “La penuria dei medici di base è solo la punta dell’iceberg di un sistema sociosanitario che, di fatto, non rappresenta un’eccellenza, come invece vorrebbe far credere una certa narrazione – ha sottolineato il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini –. Vi sono tante altre criticità, come le lunghissime liste di attesa relativamente alle visite specialistiche. Con l’aggravante che spesso coloro che abitano nelle zone marginali sono tenuti a sobbarcarsi viaggi di decine e decine di chilometri per arrivare in un determinato ambulatorio”. Ovvero, non viene garantito il servizio di prossimità. 
“E a rimettercene - ha proseguito lo stesso Passarini - sono sempre i più fragili, soprattutto gli anziani. Ecco perché serve subito invertire il trend al fine di assicurare quanto viene chiaramente sancito dalla Costituzione: una vera sanità per tutti. A tal riguardo l’articolo 32 non deve rimanere lettera morta”. 

Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha evidenziato “l’ormai cronica carenza di servizi sul territorio, oltre che la perdita di diverse figure professionali. Temi, questi, che vanno affrontati attraverso un’alleanza tra le Istituzioni, il mondo sanitario e le famiglie. Siamo cioè chiamati ad adottare adeguate politiche in grado di contrastare questo fenomeno e che favoriscano un reale diritto alla salute da parte di tutti i cittadini, ovunque essi risiedano”.  

Se l’amministrazione regionale non invertirà il trend, con investimenti ad hoc e assunzioni, ha sottolineato il presidente di Anp (Associazione nazionale pensionati) Cia Veneto, Giovanna Gazzetta, “il sistema sarà destinato al collasso”. Da qui l’avvio di una raccolta firme ad hoc nei mercati rionali: “Portiamo l’istanza di un solido rafforzamento del comparto, in particolare dei servizi nel territorio, di prevenzione e ospedalieri”. Oltre ad un “sostegno della legge sulla non autosufficienza con delle risorse adeguate. I relativi fondi, peraltro, verranno stanziati solo nel 2025”. 

Infine, una maggiore diffusione nel territorio delle strutture sanitarie e dei servizi poliambulatoriali. Fra i relatori anche il consigliere regionale Arturo Lorenzoni: “In diversi Comuni veneti lo spopolamento supera il 6% all’anno. In molti casi si è preferito la riduzione dei costi all’erogazione dei servizi a favore dei cittadini. Il sistema, invece, è tenuto a fornire delle risposte efficaci”.