Il Museo Poleni con un video all'European Museum of the Year Awards 2024
Centinaia sono i musei che ogni anno si candidano dai 46 Paesi membri dell’Unione europea all’European Museum of the Year Awards (EMYA), ma solo una cinquantina vengono “nominati” e invitati a partecipare alla conferenza e alla cerimonia in cui viene proclamato il vincitore. Tra questi ultimi anche il Museo “Giovanni Poleni” dell’Università di Padova, unico in Veneto e tra i due selezionati fra le proposte italiane di quest’anno. Il concorso prevede anche l’invio di un video che presenti la proposta espositiva e anche il “Giovanni Poleni” ha contribuito con una video intervista alla Conservatrice Sofia Talas.
Il Premio viene assegnato ai siti che contribuiscono profondamente alla comprensione del mondo e allo sviluppo di nuovi paradigmi, che siano aperti al pubblico per la prima volta negli ultimi tre anni, oppure ai musei consolidati che hanno rinnovato la loro organizzazione e completato un programma sostanziale di modernizzazione e ampliamento degli spazi espositivi.
"Lo studio sugli strumenti scientifici è oggi una delle attività importanti del Museo – dice Sofia Talas, conservatrice del Museo “Giovanni Poleni” – che continua ad arricchire le proprie collezioni con dispositivi provenienti dalle attuali ricerche svolte a Padova nell’ambito della fisica. Abbiamo mantenuto l'aspetto di "luogo di lavoro" della sede, poiché il Museo si propone di mostrare al pubblico come i fisici insegnavano e facevano ricerca. Stiamo vedendo che le aree espositive intime, combinate con l’aspetto da luogo di lavoro e i colori caldi dell'allestimento, rendono il Museo “Giovanni Poleni” uno spazio inclusivo, un luogo in cui persone di ogni età, cultura e provenienza non si sentono escluse o fuori posto. Il Museo però svolge anche un ruolo sociale anche al di là dei confini della storia della fisica mettendo in evidenza, ad esempio, l'interdisciplinarità del sapere, le connessioni che si sono create, negli ultimi secoli, tra la fisica e altri campi, come la musica, la psicologia, la medicina, l'arte e l'architettura. In un mondo sempre più specializzato e frammentato, speriamo di favorire relazioni che travalichino i confini tradizionali tra diversi settori della cultura. Un altro obiettivo del Museo “Giovanni Poleni” – sottolinea Talas – è quello di stimolare discussioni e pensiero critico sugli attuali rapporti fra scienza e società: si propone ad esempio una riflessione sulle connessioni tra scienza e mercato esaminando la popolarità dei prodotti radioattivi tra gli anni Venti e gli anni Quaranta del ‘900. Infine poniamo al centro del Museo la multiculturalità della scienza: gli strumenti scientifici sono la testimonianza materiale degli scambi di conoscenze avvenuti tra le varie culture nel corso di migliaia di anni. Così come la scienza è stata un ponte tra le culture, speriamo che il nostro Museo sia in grado di creare ponti tra le persone e le loro diverse culture".
Il Premio European Museum of the Year Awards (EMYA) è stato fondato nel 1977, sotto gli auspici del Consiglio d'Europa, con l'obiettivo di sostenere, incoraggiare e premiare l'eccellenza e l'innovazione nel panorama museale europeo. Volto a promuovere la cittadinanza consapevole, la democrazia, i diritti umani e la sostenibilità, superando i confini culturali, sociali e politici, l’EMYA risponde ai cambiamenti sociali a lungo termine e alle urgenze sociali attuali. Riflette le sfide, gli obblighi e le opportunità che i musei devono affrontare nel XXI secolo. Come tiene a sottolineare l’European Museum Forum, il processo di valutazione dei candidati garantisce che vengano identificate qualità, innovazione e creatività al di là delle enormi differenze di tradizioni, contesto, obblighi, tematiche, dimensioni e finanziamenti dei musei partecipanti.
Il Museo “Giovanni Poleni” custodisce un'inestimabile collezione di strumenti scientifici frutto dell'insegnamento e della ricerca in fisica svolti a Padova a partire dal XVIII secolo. Fu infatti nel 1739 che Giovanni Poleni iniziò a insegnare fisica sperimentale all'Università di Padova. Da quel momento vennero acquisiti strumenti scientifici per effettuare esperimenti e dimostrazioni a scopo didattico e di ricerca. È stato radicalmente ristrutturato e riaperto al pubblico nel settembre 2021, fa parte del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’ateneo. È uno dei musei del Centro per i Musei di Ateneo (CAM) ed è ospitato in una delle aree didattiche e di ricerca del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova.